Riflessioni a raccolta – 312

Se cerchi di migliorare te stesso, sia in campo professionale che come persona, devi avere una strategia chiara. Devi evitare collaboratori, soci e amici che sono portatori di negatività e pessimismo. Condividere spazi, tempi e luoghi con queste persone produce soltanto relazioni tossiche che frenano il tuo tentativo di miglioramento o addirittura tendono a farti fare passi indietro.

Dalla mia personale esperienza sul lavoro, ti posso dire che da quando non sono più circondato da persone ‘tossiche’, le cose vanno decisamente meglio. Il clima é disteso, si respira un’aria leggera, c’è piena disponibilità e collaborazione, c’è chiarezza di obiettivi e strategie comuni e finalmente non ci sono più ‘retropensieri ‘. In questo modo si evolve e si cresce insieme e tendo a diventare una persona migliore ogni giorno.

Riflessioni a raccolta – 311

Oggi faccio un invito prima a me stesso e poi anche te. Quello di evitare di commettere un errore che in passato per me si é verificato in modo frequente anche perché alimentato dalle figure professionali che mi circondavano.

Ora mi capita meno spesso perché provo ad essere più attento e poi perché finalmente ho intorno le persone più in linea con il concetto che sto per esprimere.

Quando lavoriamo su un progetto é molto importante farlo investendo tutto il tempo necessario per esprimere al meglio la creatività e la professionalità. Però bisogna essere capaci di decidere quando é il momento di fermarsi per far partire materialmente il progetto. Perché spesso, la ricerca della perfezione, si trasforma in un’area paludosa dalla quale diventa difficile uscirne.

E allora bisogna evitare di arrivare a farsi le seghe mentali e bisogna passare all’azione. Dobbiamo produrre. Più lavoriamo, più diventiamo bravi e professionali. Poi potremo sempre intervenire per affinare il lavoro e per correggere le cose che con la concretezza dei fatti si dimostrano meno efficaci.
Ma intanto abbiamo fatto.

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L’ultimo mio progetto per la copertina del libro Manomozza

Ecco l’ultimo mio progetto di copertina per il libro “Mano Mozza” Genesi e sviluppo di una mafia pugliese. Questa volta lascio a te la libera interpretazione della grafica utilizzata per raccontare in una pagina il contenuto di questo incredibile libro. Ti invito a leggere la presentazione che segue 😊.

Barletta, anno domini 1982. L’Hotel Elios è teatro di un summit destinato a fare la storia delle mafie pugliesi.
La Puglia è un territorio strategico tanto per le cosche calabresi quanto per le famiglie siciliane e campane che si riuniscono, a nord di Bari, con l’unico scopo di fondare una nuova organizzazione criminale che controlli il mercato della droga col placet dei maggiori narcotrafficanti italiani.

Salvatore Annacondia, alias ‘manomozza’, partecipa da gregario. Ne esce da boss di una cupola mafiosa che tra la metà degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ‘90 governerà suo malgrado le sorti della malavita pugliese. Gettando le fondamenta di un consorzio concepito su base locale ma destinato a trasformare la Puglia nel complesso laboratorio del crimine organizzato che tuttora fa da baricentro al “sistema” mafioso italiano.

E oggi, cosa resta della cupola di Annacondia? Chi ha saputo raccoglierne l’eredità?
Questo sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale delle mafie nate a nord di Bari si apre e si chiude nel sangue e nel silenzio delle vittime trasversali, dei tossicodipendenti, degli affiliati pronti a tutto pur di conquistare il territorio imponendo le rigide leggi dell’Anti-Stato.
Attraverso le verità giudiziarie cristallizzate nei maxiprocessi e le vive voci di chi la mafia la combatte ancora oggi, due giovani giornaliste ricostruiscono la genesi delle criminalità made in Puglia seguendo l’odore dei soldi sporchi della droga.

Da Trani a Barletta, da Molfetta fino alla recentissima guerra di mafia andriese, questa lunga inchiesta, al tempo anomala e potente, è un inquietante faro su un presente in cui non esistono tragedie di periferia. E su una storia criminale ancora tutta da scrivere.


Riflessioni a raccolta – 310

Fondamentalmente la strategia di un pagina Facebook deve essere pensata per fornire ai clienti informazioni utili e intrattenimento al fine di creare una relazione solida. Questo approccio mantiene i clienti fortemente motivati a rimanere fedeli alla marca. Così non avranno una buona ragione per ‘tradire’ il brand.

Se invece vogliamo intercettare nuovi potenziali clienti, dobbiamo fare un uso importante di contenuti sponsorizzati, targettizzati in modo preciso ed efficace. Solo così raggiungiamo un pubblico che pur avendo le caratteristiche per seguirci non è ancora diventato fan della pagina.

Ovviamente, anche per la strategia di ‘mantenimento’ della relazione col cliente, é necessario prevedere un budget per le inserzioni a pagamento poiché i nostri post, ormai, vengono mostrati in maniera organica (senza sponsorizzazione) ad un numero sempre più basso di fan.
Orientativamente i post vengono mostrati da Facebook al 2/3 % del totale dei fan della pagina.

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Riflessioni a raccolta – 308

Oggi sui social tutti cerchiamo l’attenzione. Sempre più persone e account business producono contenuti con l’obiettivo di emergere.

Con contenuti di qualità, efficaci ed utili per i clienti riusciamo a conquistare l’attenzione. Ma dobbiamo essere consapevoli che tutto questo lavoro non necessariamente porta a fare business se non è supportato da una buona strategia di branding.

Perché tutti noi decidiamo di fare acquisti solo da chi riteniamo, oltre che professionalmente valido, anche affidabile, credibile, onesto e in cui ci riconosciamo.

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