Pensare è difficile

𝐑𝐢𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚

Ecco la frase completa: “𝑃𝑒𝑛𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑒̀ 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑙𝑒. 𝑃𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑔𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑔𝑖𝑢𝑑𝑖𝑐𝑎. 𝐿𝑎 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜, 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑔𝑖𝑎̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 ℎ𝑎 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑝𝑟𝑖𝑚𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑔𝑖𝑢𝑑𝑖𝑧𝑖.”

È un invito che faccio sempre prima di tutto a me stesso.
Serve ad aiutarci a riflettere sui giudizi che le persone esprimono in merito agli altri. Stiamo parlando di tutti quei giudizi che fanno male, che annientano l’animo umano di chi li prova e provoca divisioni.

Il giudizio non è per forza negativo. Ma se espresso senza un ragionamento, senza una accurata visione, allora può diventare distruttivo per chi lo riceve.

Viviamo nell’epoca in cui tutto è sottoposto al giudizio altrui. I rapporti umani, l’amore, il vestire, il parlare, il pensare. Insomma, tutti tendono a giudicare ciò che vedono con i loro occhi. Ma spesso si tratta di una vista appannata dalla patina opaca dei pregiudizi.

E nel mio lavoro, in modo particolare, il giudizio a priori rischia di soffocare sul nascere le idee più innovative e la creatività più profonda.

Quotidianamente lotto per mantenere sempre libera la mente dai canoni, dalle abitudini, dal così si è sempre fatto. Questo approccio aiuta a giudicare meno e mi predispone allo sforzo di comprensione.

Così si spiana la strada a nuove possibili idee, a nuovi probabili scenari e a nuove strade da percorrere. E la creatività si dilata.

Riflessioni a raccolta – 343

Essere creativi dipende certamente da una predisposizione naturale che non tutti hanno. Ma io ritengo che si può fare un lavoro su se stessi che può portare a buoni risultati.
Cioè possiamo orientarci a essere più creativi. Si tratta di predisporsi ad un atteggiamento che ci consenta di sviluppare al meglio la nostra creatività.

Non è semplice ma possiamo orientarci a tollerare le incertezze invece di viverle come una minaccia alla nostra serenità.

Questo cambio di paradigma ci aiuta a liberarci dal blocco psicologico di dover affrontare un altro problema che non avremmo voluto. Di liberarci dall’inutile senso di sfortuna che ci incatena nel ragionamento “proprio a me doveva capitare”. Un pensiero che serve solo a crearci un ambiente ‘comodo’ di autocommiserazione. Un pensiero che consuma inutilmente tempo ed energie ma non ci fa cambiare nulla.

Saper tollerare l’incertezza significa che non ci facciamo rapire dai pensieri negativi e ci orientiamo presto a cercare soluzioni originali, nuove ed efficaci nelle situazioni inedite e inaspettate che la vita e il lavoro ci propongono.

Hai bisogno di una consulenza? Ecco il mio numero di telefono personale 348.3380088.

Riflessioni a raccolta – 340

Quando comincio a lavorare sulla creatività di un progetto di comunicazione, subito partorisco diverse idee che a caldo sembrano efficaci.

L’errore che commettevo molti anni fa, era quello di innamorarmi delle idee iniziali. Questo mi portava a fare una gran fatica nel metterle in discussione e quindi mi diventava difficile scartarle.

Oggi sono molto più pronto a guardare con un occhio più maturo e critico le prime idee che mi vengono in mente. Una predisposizione che mi aiuta a liberarmi il più velocemente possibile dal legame ‘affettivo’ che si crea istintivamente con queste.

Abbandonate senza rimpianti le prime idee, si aprono nuovi percorsi creativi che mi consentono di arrivare più facilmente e con maggior rapidità a produrre nuove soluzioni.

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Riflessioni a raccolta – 334

Dobbiamo sempre tentare di cercare un nuovo punto di vista per risolvere un problema.

Facile a dirsi ma molto più difficile a farsi.

Si tratta di un metodo, un’attitudine da coltivare giorno dopo giorno. Per intenderci, non è che io mi sveglio ogni mattina con un’idea creativa e brillante per i miei clienti. Ma mi stupisco quando mi scopro a ragionare in modo automatico finendo per intrappolarmi da solo in una gabbia mentale. Allora, provo a forzare le cose e a riorganizzare il mio pensiero.

Mi fermo, prendo un po’ di tempo per aumentare la consapevolezza di quello che sta succedendo. Mi pongo delle domande su come e cosa osservare. Quindi provo a prendere una nuova direzione.

Tutto questo aiuta a seguire linee meno prevedibili per evitare di arrivare al traguardo insieme a tutti gli altri con le stesse soluzioni e magari anche in ritardo.

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Riflessioni a raccolta – 331

Ecco la frase completa: “Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica. La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette già per questo non ha modo di esprimere continuamente pregiudizi.”

È un invito che faccio sempre prima di tutto a me stesso.

Serve ad aiutarci a riflettere sui giudizi che le persone esprimono in merito agli altri. Stiamo parlando di tutti quei giudizi che fanno male, che annientano l’animo umano di chi li prova e provoca divisioni.

Il giudizio non è per forza negativo. Ma se espresso senza un ragionamento, senza una accurata visione, allora può diventare distruttivo per chi lo riceve.

Viviamo nell’epoca in cui tutto è sottoposto al giudizio altrui. I rapporti umani, l’amore, il vestire, il parlare, il pensare. Insomma, tutti tendono a giudicare ciò che vedono con i loro occhi. Ma spesso si tratta di una vista appannata dalla patina opaca dei pregiudizi.

E nel mio lavoro, in modo particolare, il giudizio a priori rischia di soffocare sul nascere le idee più innovative e la creatività più profonda.

Quotidianamente lotto per mantenere sempre libera la mente dai canoni, dalle abitudini, dal così si è sempre fatto. Questo approccio mi aiuta a giudicare meno e mi predispone allo sforzo di comprensione.

Così si spiana la strada a nuove possibili idee, a nuovi probabili scenari e a nuove strade da percorrere. E la creatività si dilata.

Hai bisogno di una consulenza? Ecco il mio numero di telefono personale 348.3380088.

Puglia in Giallo

Un altro mio progetto di comunicazione per un’altra originale iniziativa di Radici Future. Manifesti, Locandine, cartoline, roll up e strategia di comunicazione sui social sono gli strumenti utilizzati per comunicare gli eventi nei 7 paesi. Qui la locandina.

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