Riflessioni a raccolta – 343

Essere creativi dipende certamente da una predisposizione naturale che non tutti hanno. Ma io ritengo che si può fare un lavoro su se stessi che può portare a buoni risultati.
Cioè possiamo orientarci a essere più creativi. Si tratta di predisporsi ad un atteggiamento che ci consenta di sviluppare al meglio la nostra creatività.

Non è semplice ma possiamo orientarci a tollerare le incertezze invece di viverle come una minaccia alla nostra serenità.

Questo cambio di paradigma ci aiuta a liberarci dal blocco psicologico di dover affrontare un altro problema che non avremmo voluto. Di liberarci dall’inutile senso di sfortuna che ci incatena nel ragionamento “proprio a me doveva capitare”. Un pensiero che serve solo a crearci un ambiente ‘comodo’ di autocommiserazione. Un pensiero che consuma inutilmente tempo ed energie ma non ci fa cambiare nulla.

Saper tollerare l’incertezza significa che non ci facciamo rapire dai pensieri negativi e ci orientiamo presto a cercare soluzioni originali, nuove ed efficaci nelle situazioni inedite e inaspettate che la vita e il lavoro ci propongono.

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Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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