Riflessioni a raccolta – 340

Quando comincio a lavorare sulla creatività di un progetto di comunicazione, subito partorisco diverse idee che a caldo sembrano efficaci.

L’errore che commettevo molti anni fa, era quello di innamorarmi delle idee iniziali. Questo mi portava a fare una gran fatica nel metterle in discussione e quindi mi diventava difficile scartarle.

Oggi sono molto più pronto a guardare con un occhio più maturo e critico le prime idee che mi vengono in mente. Una predisposizione che mi aiuta a liberarmi il più velocemente possibile dal legame ‘affettivo’ che si crea istintivamente con queste.

Abbandonate senza rimpianti le prime idee, si aprono nuovi percorsi creativi che mi consentono di arrivare più facilmente e con maggior rapidità a produrre nuove soluzioni.

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Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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