Riflessioni a raccolta – 344

Sono serie tv in formato verticale che stanno spopolando in Cina. Gli episodi durano mediamente tra i 3 e i 5 minuti, hanno un ritmo molto veloce e battute a effetto ricorrenti (le cosiddette punchline).

Si possono guardare per poco tempo, magari mentre si fanno brevi spostamenti urbani. Sono comunque pensate per collegarsi subito con quelle seguenti ed essere guardate tutte l’una dopo l’altra, un po’ come si fa spesso con Netflix ma con tempi molto più brevi.

Nelle serie tv verticali vengono usate delle tecniche inusuali per la televisione tradizionale, come la divisione in due o più parti dello schermo, per inquadrare più momenti diversi contemporaneamente e transizioni tra una scena e l’altra che ricordano un po’ lo stile dei fumetti.

Il “vertical drama” si svilupperà anche da noi? Difficile dirlo perché le serie televisive occidentali hanno preso strade diverse trasformando le singole puntate in piccoli film.

Inoltre, le puntate delle serie più recenti e di successo sono di solito lunghe un’ora o più, cosa che rende difficoltosa la visione tramite smartphone. Gli utenti cinesi sembrano anche più inclini di quelli occidentali a guardare serie tv sugli smartphone. Pensa che secondo Netflix, solamente il 20 per cento dei suoi utenti guarda film o serie tv da mobile.

Secondo me si aprono scenari interessanti per le aziende che vogliono fare storytelling. Staremo a vedere.

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Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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