Più che prodotti cerchiamo soluzioni

𝐋𝐚 𝐭𝐞𝐧𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 è 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨, 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐬𝐮 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐨 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐮𝐧𝐢𝐜𝐨. Eppure, quello che realmente sposta gli equilibri, quello che veramente cattura l’attenzione e conquista la fedeltà della clientela non è tanto il prodotto in sé, quanto la soluzione che esso rappresenta. In questo scenario, il mio ruolo come consulente non è semplicemente quello di promuovere un prodotto, ma di comprendere, analizzare e risolvere i problemi dei clienti attraverso strategie di comunicazione efficaci e personalizzate.

𝐍𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚, vendere soluzioni significa prima di tutto ascoltare. Ascoltare le esigenze del mercato, sì, ma soprattutto ascoltare le storie, i desideri e le sfide dei nostri clienti. Significa immergersi nelle loro realtà, per poi emergere con proposte che non si limitano a riempire uno spazio pubblicitario, ma che si propongono come veri e propri ponti verso soluzioni concrete e misurabili.

𝐄𝐜𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐦𝐢 𝐬𝐟𝐨𝐫𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞. Perché dietro ogni prodotto, dietro ogni servizio, c’è un bisogno, una richiesta di aiuto, un problema in attesa di una soluzione. E la mia mission, come comunicatore, è quella di trasformare ogni messaggio in una chiave che apre porte, in un ponte che collega domande e risposte, in un filo che lega intimamente il nostro cliente al mondo che lo circonda.

In questo viaggio, 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐦𝐢𝐬𝐮𝐫𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐢𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐨 𝐞𝐧𝐠𝐚𝐠𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭, 𝐦𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐩𝐚𝐜𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐮𝐧 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨, un valore aggiunto che va oltre la mera transazione commerciale. Per questo suggerisco ai miei clienti di non vendere semplici prodotti, ma offrire soluzioni che rendano la vita dei loro clienti non solo più semplice, ma più ricca e appagante.

𝑯𝒂𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒖𝒍𝒆𝒏𝒛𝒂? 𝑬𝒄𝒄𝒐 𝒊𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒏𝒖𝒎𝒆𝒓𝒐 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒍𝒆𝒇𝒐𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 348.3380088

Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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