Non aver paura di condividere le tue paure

𝐑𝐈𝐅𝐋𝐄𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐈 𝐀 𝐑𝐀𝐂𝐂𝐎𝐋𝐓𝐀

Condividere le tue paure può essere un atto di grande coraggio. Aprirsi con gli altri sulle tue paure, determina 2 risultati:
1- allevi il peso che potresti sentire
2- crei connessioni più forti e genuine.

𝑃𝑟𝑜𝑣𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑒 𝑟𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑑𝑖𝑣𝑖𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑡𝑢𝑒 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑒:

𝐂𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚:
Esprimere le tue paure può creare un legame emotivo più profondo con chi ti segue sui social. Molte persone si identificano con la paura e possono apprezzare la tua onestà.

𝐒𝐮𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞:
Condividere le tue paure può portare a un maggiore sostegno sociale. Chi ti segue potrebbe offrire supporto, incoraggiamento o addirittura suggerire prospettive utili.

𝐑𝐢𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐬𝐬:
Tenere le paure dentro di te può aumentare lo stress e l’ansia. Condividere ciò che ti spaventa può essere un modo per affrontare e gestire queste emozioni.

𝐂𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞:
Affrontare e condividere le tue paure può diventare parte integrante del tuo percorso di crescita personale. Superare le paure richiede coraggio, e il processo può portare a una maggiore consapevolezza di te stesso.

𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢:
Il coraggio nel condividere le tue paure può ispirare gli altri a fare lo stesso. Nel tuo ambiente di lavoro può contribuire a creare un clima sereno in cui tutti si sentono più liberi di essere autentici e vulnerabili.

𝑯𝒂𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒖𝒍𝒆𝒏𝒛𝒂? 𝑬𝒄𝒄𝒐 𝒊𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒏𝒖𝒎𝒆𝒓𝒐 𝒅𝒊 𝒕𝒆𝒍𝒆𝒇𝒐𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 348.3380088.

Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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