Riflessioni a raccolta – 355

Lo affermo a gran voce perchè riflettevo su quello che mi è successo qualche giorno fa con un cliente che opera nel settore della carrozzeria e meccanica. Davvero una bella realtà locale. Da qualche tempo, per tutta una serie di motivi che non ti racconto per non annoiarti e perchè poco hanno a che fare con il concetto che voglio esprimere, sto producendo contenuti per la pagina Facebook e per l’account Instagram ma senza un budget per le sponsorizzate. Ovviamente, per quanto i contenuti siano interessanti, l’engagement è decisamente calato. Ho sollecitato più volte la ripresa dell’attività di ads anticipando che sarebbe accaduto il calo delle interazioni con i social.

E invece mi ritrovo con il cliente che qualche giorno fa mi ha convocato per una riflessione sull’uso dei social. Ritiene che il calo del l’engagement dipenda dai contenuti e quindi mi ritiene responsabile. Al contrario, gli ho spiegato che i contenuti in quest’ultimo periodo sono ancora più strutturati, perchè sto provando a sopperire alla mancanza di budget per le sponsorizzate. La riprova del fatto che l’attività di content marketing sia valida, sta nelle eccellenti performance della scheda di Google my business su cui veicolo lo stesso tipo di contenuti. La scheda di Google my business non necessità di budget ma ha fame di buoni contenuti che l’algoritmo di Google premia rispetto ai competitors.

La verità è che oggi non si può pensare di gestire i canali social se non esiste un budget per le ADS. Si perde solo tempo e denaro per pagare il consulente. E il rischio per il consulente è quello di essere ritenuto responsabile della scarsa efficacia dell’uso dei social. Per questo gli ho proposto 2 soluzioni. O rimette il budget per le sponsorizzate oppure interrompo la mia collaborazione. Staremo a vedere 🙂

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Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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