Riflessioni a raccolta – 318

Per produrre un preventivo, devo valutare caso per caso la situazione particolare.

Per cui é necessario del tempo che devo dedicare solo a te a cominciare dal primo contatto per capire cosa ti serve davvero.

Poi ho bisogno di un paio d’ore per preparare il preventivo che alla fine va riletto, ripensato, a volte anche ridiscusso e riformulato per offrirti il miglior progetto e la migliore strategia possibile.

Quindi sto parlando di almeno una mezza giornata di lavoro. Tempo sottratto ad altri progetti. E tu che fai? SPARISCI.

Basterebbe anche solo una mail con cui mi comunichi il motivo per il quale non accetti il preventivo. Pochi minuti che mi servirebbero per capire secondo il tuo parere dove ho sbagliato. Offerta poco chiara? Ho disatteso le tue aspettative? Investimento troppo alto?
O qualsiasi altra motivazione.

Almeno una risposta me la merito. Saresti una persona più educata e rispettosa del tempo e del lavoro degli altri.

A meno che sei uno di quelli che fa collezione di preventivi. E allora non stai provando a scegliere me per specifici motivi, stai cercando altro. Se è così non sei il mio cliente e ti invito a stare alla larga da me.

Beh, scusate lo sfogo ma è successo ancora una volta e davvero non sopporto questo atteggiamento. E ora buona domenica 😊 e Forza azzurri 🇮🇹!

Pubblicato da

Massimo Danza

Che fossi un creativo pubblicitario lo hanno capito subito. Nel freddo inverno del 1965 nasco con 24 giorni di ritardo. In quasi un mese tutti chiedono di me, tutti si domandano come mai, tutti mi aspettano incuriositi. Realizzo così il mio primo teaser. La grande curiosità, la voglia di conoscere e l’istinto innato di esplorare mi porta a muovere i primi passi già a 7 mesi. La comunicazione sembro averla nel sangue perchè a 10 mesi già parlo. A 7 anni mostro di saper usare l’ambient marketing, il nonconventional e il flash-mob: in piazza Duomo, a Firenze, sparo al massimo il volume della radiolina e ballo; alla fine si abbasso i pantaloni per mostrarmi come il David di Michelangelo. A 10 anni invento il mio smartphone: allargo pollice e mignolo della mano destra e telefono ai miei amici. Poi unisco il pollice con l'indice delle due mani, inquadro, scatto foto e salvo i file nella mia memoryhead. A 12 anni sono già social: quando incontro gli amici condivido le mie esperienze, le spiego in modo dettagliato come fossero foto e tutti mi dicono ’mi piace’. Poi ho studiato, ho affinato le tecniche, ho fatto esperienza e dal 1989 lavoro e continuo a scrivere storie di successo insieme alle aziende per le quali lavoro. Qualche volta ho anche la pretesa di insegnare le cose che so e di raccontare con entusiasmo la mia esperienza.

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